venerdì 18 marzo 2016

Il giorno del rientro

L'aereo é al pomeriggio, e ne approfitto per un ultimo giro a Los Cristianos, sul lungomare e al porto.



L'acqua dell'oceano é pulita e trasparente, oltre ad avere un bel colore blu.












sempre dal molo, si vede una piccola parte della urbanizzazione di Los Cristianos a ridosso della collina.
Sullo sfondo una montagna seminascosta con un po' di neve. Il vulcano Teide mi dicono, 3718 mt.
La montagna più alta della Spagna.






ancora quattro foto con un comune denominatore....





















Queste quattro foto ritraggono gente su delle carrozzelle o su delle moto a tre/quattro ruote, tutte a trazione elettrica. Sono usatissime, perché chi ha progettato la città lo ha fatto seguendo tutte le norme della accessibilità ai disabili. Così ci sono anche persone normali che non se la sentono di percorrere lunghe strade, e noleggiano le moto-triciclo elettriche, a uno o due posti, ben sapendo che potranno girare dappertutto senza trovare gradini. Ho trovato gente con questi mezzi di locomozione nei viali, sul lungomare, nei negozi, nei ristoranti e nei supermercati. Negli hotel e nei residence ci sono dei luoghi deputati al deposito e alla ricarica delle batterie.

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Sono rientrato in italia.
Ad una settimana di distanza, incomincio adesso a rendermi conto di cosa é Tenerife.
Al di là dello spendificio di centri commerciali+hotel+residence, l'isola si presenta come qualcosa di unico e irripetibile. Per il clima, gli spazi, i colori, la gente.
Ieri ho provato (é un mio vezzo) a mettere in versi la settimana. E con questo concludo il mio succinto report. Non chiedetemi un giudizio, i giudizi sono una cosa personale.
Un grazie a chi mi ha seguito fino qui.

Nella borsa del ritorno

Rigonfia allo spasimo deborda
La greve borsa del ritorno
Sulla soglia della porta

Ci son dentro le emozioni
Agitate come il mare
Che solleva i cavalloni

E' un vigoroso rimestare
Tra la fiducia e la follia
Che m'han fatto qui arrivare

Sono scogli irti e neri
Arroventati al sol canario
In cui liberi i pensieri

Sono un panama e una posa
Un click rubato all'ombra
Son sardine e salsa rosa

Sono miglia nelle suole
Consumate in sette giorni
Tanta strada e due parole

Son la macchia non gradita
Che t'inverte il quotidiano
Ma t'illumina la vita

Sono linde strade chiare
Ampi spazi tra i commerci
Che si affacciano sul mare

Sono un richiamo che ti assale
Quando allegro e rumoroso
Ti passa accanto il carnevale

Sono il tempo di capire
Che va chiusa la cerniera
Perché é l'ora di partire.

lounc







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